Sonia Scarpante, insegnante di Scrittura Terapeutica e presidente dell’Associazione “La Cura di Sé” in un focus su “Ok Salute” del gennaio 2020.
La scrittura, come spiega anche andrea Maggi, è un mezzo potente per chi è alla ricerca di un miglior equilibrio interiore. La si definisce terapeutica perché ci può aiutare nell’elaborare le sofferenze, a superare traumi, a risolvere fragilità affettive, a vincere vecchi sensi di colpa. in poche parole, a sciogliere nodi, cioè quegli eventi dolorosi che mantengono tutte le caratteristiche traumatiche del momento in cui sino accaduti. Malesseri che possono incidere sia sulla nostra mente, dando vita a resistenze, demotivazioni e anche depressioni, sia sul nostro fisico, causando, per esempio, un abbassamento delle difese immunitarie.
SCRIVERE DI SE STESSI
Il racconto autobiografico, inizialmente meglio se attraverso una lettera da indirizzare a se stessi ma anche tenendo un diario, è fondamentale. scrivere di se stessi è un modo per guardarsi «dall’esterno» che ci consente di dare nuove interpretazioni a eventi, sentimenti e sensazioni che non conoscevamo e che, pertanto, ci permette di divenire più consapevoli della nostra personalità e di voltare pagina, alleggerendoci dei pesi che gravano su noi. ovviamente il far emergere verità spesso scomode è un atto che necessita di grande determinazione e coraggio.
IL LAVORO DI GRUPPO
Il fatto, poi, di rendere pubblica la propria «narratio vitae» all’interno di un gruppo risulta essere un percorso aggiuntivo facilitatore, un modo ancor più efficace per imparare a elaborare disagi e traumi, grazie al conforto reciproco che s’instaura tra i partecipanti che si ascoltano l’un l’altro e imparano a condividere.