PILLOLE DALLE SCUOLE – RIFLESSIONI DI FINE ANNO

Laboratori di scrittura terapeutica nelle scuole medie di Milano

Manca ancora tempo alla fine dell’anno scolastico, ma le esperienze dei laboratori di scrittura terapeutica svolte con la collaborazione dell’Associazione “La Cura di Sé” in alcune scuole medie di Milano sono terminate, per lasciare spazio al “rush” finale delle materie tradizionali.

I ritorni che abbiamo raccolto da alunni, insegnanti e genitori in questo lungo anno scolastico sono stati ovunque positivi, inaspettati ed a tratti entusiasmanti.

È stato sorprendente soprattutto scoprire la facilità con cui ragazzi delle medie siano riusciti ad esprimere e condividere le loro emozioni, dimostrando un fortissimo bisogno interiore di aprirsi e relazionarsi con gli altri, senza timore di essere sottoposti ad alcun giudizio, vera spada di Damocle delle nuove generazioni.

Non ci sono parole per esprimere la gioia, la sofferenza, la commozione che traspariva dagli occhi di tutti, in misura particolare e più emozionante da coloro falsamente etichettati come “difficili” o semplicemente più introversi.

Abbiamo raccolto tantissimi racconti e testimonianze di ritorno da farci un libro, con la speranza di realizzare anche questo progetto.

Fra le tante abbiamo scelto di riportare qui quella di due insegnanti, Sara Dal Pont e Anna Paola Nestola, entrambe docenti di lettere presso la Secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Statale Iqbal Masih di Milano.

Sara Dal Pont

“Il laboratorio di scrittura terapeutica è stata un’esperienza altamente formativa sia per gli alunni, sia per noi docenti; è stato, per molti aspetti, illuminante e rivelatore.

Grazie alle doti comunicative e all’approccio umano ed empatico di Sonia, i ragazzi hanno accolto fin da subito con fiducia e disponibilità l’invito ad esprimere le loro emozioni, idee, paure.

Mi ha colpito la facilità e naturalezza con cui si sono applicati a questo compito, dando libero sfogo alla loro interiorità, a pensieri e stati d’animo assolutamente intimi e personali che non hanno mai avuto il coraggio o il desiderio di esprimere durante il regolare svolgimento delle attività didattiche.

Da docente attenta all’aspetto umano e relazionale, conosco bene i miei ragazzi e ne intuivo la sensibilità, ma sono rimasta stupita nello scoprire in loro un’emotività così fine e complessa e, soprattutto, una capacità di analisi introspettiva così acuta per la loro giovane età.

Stimolati dal clima rassicurante e accogliente che Sonia è riuscita a creare, sono stati infatti in grado di elaborare pensieri profondi, talora toccanti e commoventi, talora incisivi e taglienti nella loro lucidità.

Tutti gli alunni hanno poi confermato, alla fine del percorso, di sentirsi meglio, più leggeri, come “liberati” dopo aver dato forma e voce ai loro pensieri, estrinsecandoli sulla carta e condividendoli con gli altri. Si è rivelato a tutti, con assoluta evidenza, il carattere potentemente liberatorio e terapeutico della scrittura. Per questo posso affermare che lo scopo del corso è stato raggiunto.

La condivisione con i compagni è stata comprensibilmente più difficile della libera espressione dei propri pensieri sulla carta, ma ha rappresentato un passaggio altrettanto importante e decisivo per la crescita dei ragazzi. La lettura comune ha infatti rafforzato la fiducia in sé stessi, soprattutto dei più timidi e sensibili al giudizio altrui, ma anche dei ragazzi meno inclini all’espressione dei propri sentimenti. Percepire su di sé la comprensione e, in molti casi, la stima dei compagni ha costituito un’importante gratificazione e riconoscimento della propria personalità. Tramite la messa in comune delle proprie esperienze di vita, i ragazzi hanno ri-considerato alcuni compagni perché spesso hanno scoperto con stupore di ri-conoscersi in loro, nei loro vissuti. Per loro è stata illuminante e sorprendente la sensazione di non essere soli nel vivere momenti difficili e delicati, o nel doversi confrontare con le proprie paure, i propri limiti e le proprie fragilità. Una scoperta importante per un adolescente che si pone spesso in contrasto con il mondo e gli altri, ma fa anche dell’approvazione e del riconoscimento altrui un fondamento importante della propria identità.

Ciò ha notevolmente contribuito a rafforzare i legami interpersonali tra gli alunni, rendendo il gruppo classe più coeso e solidale.

Vorrei esprimere un personale ringraziamento a Sonia per la sua competenza e squisita gentilezza, soprattutto per aver avuto la generosità, in prima persona, di mettere a nudo le proprie esperienze di vita condividendole con i ragazzi, che hanno un viscerale bisogno di riconoscersi in esempi positivi e una smisurata fame di affetto e umanità.”

Anna Paola Nestola

“Nel mese di settembre del 2023 una mia nuova collega, prof.ssa Chiara Rosafio, mi ha parlato con grande entusiasmo di Sonia Scarpante e del suo metodo di scrittura terapeutica, pensato tra i vari destinatari anche per i nostri alunni.

Sono bastate le sue parole e prendere poche informazioni sul Metodo Scarpante a spingermi ad aderire al suo progetto. Il pensiero di poter offrire un metodo per prendersi cura di sé e del proprio mondo interiore è stato il motore che ha avviato il tutto. In passato in classe si erano avuti diversi momenti di riflessione per cercare di far riconoscere ai ragazzi le proprie emozioni, di dar loro un nome e di far comprendere quanto tutto ciò fosse necessario per avere una giusta reazione fisica e psicologica alle diverse situazioni di vita quotidiana.

Di certo, comunque, non mi aspettavo gli straordinari risultati raggiunti: gli alunni hanno abbandonato, nel corso dei vari incontri, la loro timidezza e la paura di essere giudicati e sono riusciti a sbloccare ricordi, anche molto personali, dando loro una nuova dimensione e forma. Durante il percorso sono stati anche molto maturi, sicuramente oltre ogni mia aspettativa, nel capire quanto fosse necessario affrontare i momenti sofferti e oserei dire dolorosi per il raggiungimento di uno stato di pace interiore e di benessere. Il loro coraggio mi ha spinto a mettermi in gioco come insegnante e soprattutto come persona. Così ho condiviso con loro episodi che ritenevo lontani e nascosti nella mia memoria e che invece sono riaffiorati con una spontaneità sorprendente, realizzando una complicità e una condivisione di emozioni tra me e i ragazzi, mai raggiunta nel corso del triennio.

Grazie al corso di scrittura terapeutica in classe si è davvero creata la nostra piccola famiglia scolastica, che nel bene e nel male cerca di sorreggersi e di andare avanti più serenamente nel percorso di crescita e di vita.

Ringrazierò sempre la mia collega Chiara e Sonia per l’opportunità ricevuta, ma soprattutto i miei ragazzi perché senza di loro nulla sarebbe mai accaduto.”

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