La Cura di Sé
La Scrittura Terapeutica

La Storia dell'Associazione "La Cura di Sé"

L’Associazione La Cura di sé, nata nel 2012 per iniziativa di alcune donne unite da esperienze simili di malattia oncologica, ha una storia ed un’origine più lontana, con un percorso di conoscenza reciproca che ha attraversato numerose realtà associative di Milano.

La prima di queste è stata “Attive come prima”, associazione che si occupa della persona accompagnandola in un percorso finalizzato alla cura e all’approfondimento tramite terapie di gruppo sostenute da una psicologa. Il terapeuta affianca e sostiene quelle persone che desiderano aiutarsi per imparare a cogliere nella malattia nuovi interrogativi, per imparare ad attraversare il dolore, la sofferenza, temendola di meno. In quel contesto per la prima volta alcune di noi hanno colto la correlazione profonda fra malattia e psicologia dell’individuo.

L’insieme di tante piccole storie individuali è diventato rapidamente un testo teatrale, attraverso il quale alcune donne si sono riscoperte autrici ed al tempo stesso attrici nella rappresentazione dal titolo “E ancora danzo la vita”. È così cominciato un altro viaggio con la nascita dell’Associazione “Le Griots, narratrici di vita” che ha portato queste donne a realizzare a partire dal 2007 ben 31 rappresentazioni in tutta Italia, vivendo l’esperienza catartica e terapeutica del teatro, sino ad arrivare ad inaugurare il 4 novembre 2008 a Budapest il primo Congresso mondiale sull’Educazione Terapeutica davanti ad una platea di medici e psicologi.

Come tutte le esperienze emotive forti della vita anche questa si è conclusa. Una parte di quel gruppo si è ricomposto dopo qualche anno per riformarsi sotto l’egida della scrittura nell’Associazione “La Cura di Sé”, in cui la parola scritta diviene il fulcro e fondamento dell’Associazione, linfa vitale per il nostro serbatoio interiore e intellettivo da cui attingiamo per conoscerci meglio per dare senso, soggettivo e gratificante, ad ogni nostro atto creativo. La parola scritta si rivela, ancora di più in questa pratica filosofica della vita, pratica terapeutica di grande valore per la messa a punto di chi siamo, per la rivitalizzazione della nostra identità e personalità.

Partendo quindi da un’esperienza individuale e soggettiva si giunge insieme ad una “comunità di destino e di cura”, per riprendere l’espressione cara a Eugenio Borgna, dove il narrare di sé diviene disciplina indirizzata alla condivisione etica, alla riflessione su ciò che è essenziale nell’uomo e che è in grado di aprire al soggetto un orizzonte salvifico, o quanto meno di viva speranza. Il lavoro poi di gruppo, attraverso l’esperienza formativa della scrittura, man mano che il lavoro si dipana, consente di sentire meno gravoso il peso di vivere, restituisce un pensiero più libero, fondamentale per fare intravedere il cambiamento come possibile.

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