Riflessioni sul Progetto ad Amburgo

Le riflessioni di chi ha partecipato al progetto di Amburgo di Sonia Scarpante.

Riflessione 1

Ciao a tutti,

proverò domani ad essere presente un quarto d’ora prima, suppongo non avrò difficoltà.

Grazie a chi ha già contribuito qui con i suoi pensieri e le sue sensazioni rispetto a questi due mesi insieme.

Difficile entrare nel merito…anche se voglio dire grazie sia a Antonella, che ancora una volta mi fa sentire così speciale, che a Bruno, che ha condiviso queste stanze cosi delicate della sua vita con noi.

Condivido certamente di Bruno ogni parola, abbiamo una visione molto vicina rispetto a quel capitolo della vita che è il suo tramonto.

Allo stesso modo non fatico a leggere e rileggere le parole di Antonella. Non ho mai voltato gli occhi in vita mia una volta davanti ad un gesto d’amore, di qualsiasi guisa. Fatico a dire quanto sia per me illuminante che mi si dimostri vicinanza. Non nego che se avessi avuto nei tempi e  nei modi amore la mia vita brillerebbe di maggior luce. Ma ormai è noto. La vita è quella che accade, non quella che vorremmo.

Voglio sappiate che non sono oggi l’uomo che ero due mesi fa. Sono entrato in un modo ed esco in un altro.

I miei interminabili e approfonditi studi sull’umano mi hanno insegnato che ci sono esperienze della vita che hanno qualcosa di speciale. 

In alcuni scritti P.D.Ouspensky (“Frammenti di un insegnamento sconosciuto” e “La quarta via”) parlando del maestro Gurdijeff e trattando la psicologia in modo più esoterico che dogmatico, parla di scuola. Cosa sia e dove porti una scuola. Ve ne lascio due sue pagine in calce.

Ho fatto un’esperienza simile, ma più lunga, con un gruppo di studio a Roma, ormai dieci anni fa. Successero cose simili e cambiai pelle come un serpente. Si lavorò insieme un paio d’anni. Poi terminò.

Ho cercato ovunque un esperienza altrettanto formativa pur sapendo che certe esperienze non si cercano. Si trovano. Ci si mette nelle condizioni di essere trovati. Disponibili, curiosi, pronti, attenti.

Considerate pure che in 20 anni tra 2 lauree, due master e migliaia di ore di formazione svolta da professionista e vissuta da studente ho esperienza di centinaia di gruppi di lavoro. 

Non è un automatismo. Accade, ma è raro.

Ecco. Ho capito solo nel tempo che noi siamo una scuola. ora non è per nulla semplice dirvi cosa significhi. Ma sappiate che attendo domani con lo stesso spirito con cui attendevo il primo giorno. Stesso entusiasmo. Stessa carica. Stesso desiderio. Stessa voglia.

Il tempo non c’è stato.

E’ sempre il primo giorno. Ed ogni volta esco ricco.

Ricco sfondato.

Però sono entrato chiedendomi cosa c’entrassi io con la scrittura, ed esco scrittore. Esco uomo che scrive. Esco come se non potesse essere altrimenti. Con la consapevolezza ma anche con diversi eventi che hanno precisato questo cambiamento. Eventi che sono accaduti senza aver nulla a che fare con voi. Non credo alla magia, quando le cose sono mature accadono, Ma serve un catalizzatore che le induca.

Questo è stato il gruppo per me. In questi due mesi ho capito chi sono. Un uomo costruito sul dolore che trascorrerà il resto della sua vita a sostenerne la trasfigurazione. A parlarne. A raccontarlo. A scriverne. Ad elevarlo. a valorizzarlo. A renderlo possibile. A mettere la luce in quella parte della vita ombrosa che tutti rifuggono. Finché possono.

Mi avete  cambiato e sono certo di avervi cambiato. Questa è una scuola.

Non mi sento più quello che mi sentivo prima. Sono altro.

Posso solo dirvi Grazie.

 

Riflessione 2

Sono sconfortato per il fatto che domani terminiamo. Ma ho un ottimo rapporto con la fine. Ho imparato come prenderla. Da qui le mie parole scritte sopra sulle parole scritte da Bruno.

Sono un collezionista di conclusioni. Un esperto ammiratore di titoli di coda. Un attento consultatore di tramonti. Sono figlio di nessuno. Mio padre è il vento, me lo posso permettere.

Vi abbraccio tutti e vi lascio un paio di pagine che dicono qualcosa di cosa sia una scuola…

A domani

Zowie

Riflessione 3

Come si dice: accarezzare da lontano?’

‘Scrivere’

Di noi, del nostro gruppo, porto con me le espressioni dei nostri sguardi durante le letture e l’ascolto. Porto con me la mimica dei nostri volti, il suono delle voci tremule, l’interrompersi del respiro, quasi a non perdere l’essenza dell’emozione che indugia sulle labbra che tremano, si tendono, si piegano in sorrisi e si inumidiscono di lacrime, l’arsura della gola, il vibrare dei battiti nell’attesa del proprio turno. Porto con me le molte carezze ricevute e offerte dal suono delle nostre parole scritte. Il protendersi del capo di Rosetta, attenta a sorbire ogni parola, quel suo indugiare nei gesti lenti a cambiare occhiali, l’attesa delle premesse ai suoi scritti, e la voce calda da cantastorie…

Di Bruno, il suo dosare, la sua ricerca del termine appropriato, il suo sguardo sornione, la sua generosa attenzione da buon padre di famiglia, il suo continuo strapazzare Cinzia a colpi di fioretto.

Di Sole, ho letto che il nome Soledad è strettamente legato al culto della Vergine Maria de Soledad e che letteralmente significa ‘colei che è sola, che sta in solitudine’. Se corrisponde a verità, trovo sia un nome impegnativo da portare… Per me tu sei Sole, con me porto la tenerezza profonda del tuo sguardo, come lo è il senso delle tue parole che circondi di pensieri come ghirlande di fiori.

Di Maryla porto con me l’amore nostalgico per la sua terra, per la sua gente che mi auguro di conoscere presto. 

Di Zowie porto con me la vivacità vibrante del suo stile, la capacità di andare a braccetto col dolore, di dargli del tu e di mandarlo pure a fanculo quando serve.

Di Sonia, porto con me quella sua capacità fuori dall’ordinario di partecipazione empatica, di fare proprio ogni singolo pensiero espresso, di farti sentire al sicuro, a casa.

Della mia Sonja porto con me la tenerezza che già conosco e che riserva a pochi intimi.

Di te cara, Cinzia porto con me il tuo essere cielo, le tue due di te, e la forza delle tue parole.

È stato bello conoscervi, è uno dei viaggi che porterò nel cuore con affetto.

Grazie!

Antonella

(quella un po’ suonata, che non sa tacere, fissata con la carta igienica – che sta per soppiantare la storia delle olive – e che si commuove dove capita…) 

Riflessione 4

Ciao a tutti. “LE MIE SOMME DI SCRITTURA TERAPEUTICA”

Per me è stato ancora una volta  un permettere di guardarmi in profondità, un continuare  a lavorare con il mio giudizio interno.

Grazie mille a tutti Voi, questo percorso  è stato come un terreno dove ho potuto seminare  qualche  mia debolezza.

Ogni pianta ha bisogno delle cure e attenzioni necessarie, che si adatterà ad ogni stagione o avversità del suo intorno…

Dopo un duro inverno legittimo…

Arriva la primavera, per spronare le piccole gemme. 

La mia voglia di vedere il mio giardino fiorito è sempre presente.

So che ci vuole  l’ impegno  necessario, la decisione,  la costanza e la dovuta  responsabilità. 

Voi siete  come quegli alberi belli, radicati, che durano nel tempo, e che sono indispensabili nell’ universo.

Mi avete permesso  di contemplare e continuare il mio sogno nel crescere. 

Da essere stata una erbaccia, sono passata ad essere una pianta accettabile, a volte  mi permetto  di far uscire qualche fiore, quando questo accade sono felice, e so che quando  qualcuno lo raccoglie ne é altrettanto felice.

Ne farò tesoro di  questo prezioso  fertilizzante ” La Scrittura”…

Un abbraccio forte.

Sole

 

Riflessione 5

 Grazie! grazie infinite ad ognuno di voi per aver condiviso con me, con tutto il gruppo tanta tenerezza e tanto amore… perché le cose intime si raccontano solo a persone che ci spirano fiducia e amore… in tanti momenti mi sono domandata, me lo merito???

In ogni racconto, tanta umanità mi ha sconvolto positivamente, grazie ancora!

Maryla

Riflessione 6

La scrittura è un gesto umile, è agire, è andare, è ribellarsi. Scrivere è andare controcorrente, è infilarsi nelle trame della vita che abbiamo tessuto per anni.

E’ calarsi in quelle emozioni che abbiamo ammutolito, troppo pesante il loro carico per poter reggere il peso anche di una sola virgola. Scrivere è andare ad un appuntamento con se stessi, fuori dal tempo dentro la memoria.

Scrivere è ritrovare un luogo , a volte scoprire un nuovo sentiero, a volte ripercorrere i sentieri già solcati; si rientra negli attimi che ci sono fuggiti.

La penna diventa una lente di ingrandimento per ricordi rimpiccioliti come briciole di pane e si sono infilati in qualche piega dell’anima. Quando ti accingi a scrivere, la penna si trasforma in un bisturi, che

rimuove le parole che hai comprato per illuderti, e scopre quelle che, anche se non ce ne accorgiamo, si fermano e rimangono ad aspettarci anche per lunghi anni; la penna è quel radar perfetto che identifica senza pietà dove si è addormentato un dolore.

L’inchiostro mischiato alle lacrime diventa la linfa che rigenera e ricorda.

La scrittura è il mendicante che ti offre una possibilità.

Dei tanti giorni mi mancheranno i giovedì pomeriggio dove ascoltare le vostre storie e condividere tutte le emozioni, faticose sofferte che abbiamo appoggiato sul tavolo col coraggio del paracadutista che sta per lanciarsi da vette altissime, potevamo cadere invece abbiamo imparato a condividere le emozioni, a  scrivere che è un po’ come volare. Mi piacerebbe riportare i nostri racconti su pagine che stiano sempre vicine e possano essere testimonianza del peso delle nostre parole, di questa condivisione aperta e di questo sottile legame dettato dall’inchiostro.

Vi abbraccio tutti gruppo di scrittori anonimi

Cinzia

 

Riflessione 7

Cari Amici,
la nostra è stata una esperienza coinvolgente che ci ha consentito di rivedere nostri vissuti significativi apparentemente soffocati dalle nostre vicende attuali.   Raccontare e scrivere a Voi è stato facile, naturale e piacevole.   E’ così nata una amicizia che mi ha portato a una maggiore consapevolezza: ho avuto conferma che è possibile raccontare agli Altri e a me stesso.

Bruno

Riflessione 8

Carissimi

Mi sono iscritta agli otto incontri con voi perché ho conosciuto Sonia due anni fa.Dopo aver avuto un piccolo saggio del grande e importante lavoro

che svolge ho sentito il desiderio di approfondire: non potevo immaginare il risultato che abbiamo raggiunto tutti insieme.Confesso la mia iniziale domanda:affido,anzi consegno, alle coscienze di persone sconosciute i depositi più profondi della mia anima? La presenza rassicurante di Sonia mi

ha dato coraggio,ma mi hanno dato la forza di leggere i miei scritti, anche se con il cuore in gola, i vostri sguardi attenti, il vostro silenzio partecipe. E’ poi successo a me di ascoltare i vostri racconti intensi,commoventi con la massima attenzione per cogliere sfumature e senso profondo.

Ho fatto esperienza di autentica empatia.

Grazie a tutti 

Rosetta 

Riflessione 9

GRAZIE!

Mai avrei immaginato di vivere un esperienza così forte da sciogliere la parte più dura della mia anima. 

Nel corso della mia esistenza più volte ho dovuto fare i conti con me stessa.

Facile a dirsi, quando succede, ti ritagli un rifugio, uno spazio, lontano da tutto e tutti, chini il capo o guardi verso l’infinito, prendi tempo, ti dici che “il tempo aggiusta tutto” forse versi pure qualche lacrima compassionevole, ma non rispondi mai all’unica domanda che darebbe un senso a tutto questo.

“quanto sei disposta a mostrare di te stessa a te stessa?”

Ho sempre creduto che gli scrittori di romanzi riservino a un personaggio, non per forza il protagonista o l’antagonista, il compito di rappresentarlo. Succede anche a me. Magari è solo un gregario, una figura defilata, poche battute o solo un’apparizione in  una meticolosa descrizione di una scena, insomma, anch’io mi concedo un pizzico di autobiografia. In fondo perché si scrivono storie, per il piacere di farlo, per il desiderio di essere distinti dal mondo intero. Per lasciare un messaggio, un insegnamento, un ammonimento, un avvertimento. Per far sorridere, ma soprattutto per riempire il vuoto di tanti.

Ma quello che è successo in questi due mesi…

Corso di scrittura terapeutica…

Un emozionante avventura dentro me stessa ma non in solitudine, ci siete stati Voi! Potrei riempire pagine di parole stupefacenti per descrivere ciò che rappresenterete per me negli anni a venire. Non dimenticherò i vostri volti, le vostre voci, farò tesoro di tutte quelle emozioni che ho provato stando accanto a voi.

Grazie di cuore a voi tutti.

Sonja.

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