La Lettera di Caterina

A Sonia Scarpante e Popy Cavallo Associazione LA CURA DI SÉ

Milano, 12 giugno 2022

Carissime Sonia e Popy,

per prima cosa voglio dirvi: grazie!

Quando a fine novembre arrivò alle docenti di lettere della mia scuola la mail di Popy in cui proponeva un laboratorio di scrittura terapeutica e decisi di iniziare questo progetto nelle mie due classi seconde della scuola secondaria di primo grado, come oggi si chiamano le medie, sapevo che sarebbe stato un percorso importante e che i miei ragazzi avrebbero vissuto un’esperienza preziosa. E così è stato.

La scrittura è terapeutica: l’ho scoperto da adolescente, scrivendo diari e canzoni e lettere a un amore lontano… e poi magicamente ne ho avuta un’importante conferma da docente, quando una mia alunna cui avevo fatto scrivere delle poesie in un laboratorio di scrittura e arte mi confidò che, scrivendo, aveva smesso di procurarsi dei tagli!

Un vero e proprio laboratorio prolungato nel tempo nelle mie classi, con una figura esterna, mi incuriosiva però molto e ho molto insistito affinché potesse essere avviato.

A conclusione di questo percorso, mi fa piacere condividere con voi alcune considerazioni.

Sin da subito è stato preso con grande serietà e favore dai ragazzi, e io credo che in questo abbia giocato un ruolo fondamentale la capacità di Popy di interagire con loro, di mostrarsi estremamente disponibile all’ascolto sincero e non giudicante. Non è una dote comune!

Sicuramente anche la tecnica del leggere prima un suo scritto, in cui lei stessa si apriva con grande sincerità, è stata una chiave importante.

Spesso i ragazzi avevano avuto in precedenza occasioni per esprimersi, seduti in cerchio, ma in questo laboratorio ho scoperto il potere della scrittura per condividere sentimenti profondi. Ho davvero conosciuto nuovi aspetti dei miei alunni e competenze nella scrittura che ignoravo.

In alcuni casi invece c’è stata una vera e propria trasformazione profonda nel corso del tempo. Penso in particolare a una ragazza che il primo giorno aveva chiesto di poter scrivere a computer (ma poi non aveva scritto e aveva solo espresso a voce i propri pensieri), nel corso dei mesi si era aperta sempre di più, arrivando a raccontare per la prima volta in pubblico e mostrando per la prima volta le proprie lacrime, la storia della sua vita di bambina adottata e alla fine, l’ultimo giorno di laboratorio, ha portato un suo quadernino con una copertina piena di cuoricini, dove ha scritto a mano!

Per me il momento più intenso è stato toccato con la lettera ai genitori: quanta sofferenza ho potuto scorgere nei miei alunni, quante parole non dette tra padri e figlie, quanti sensi di colpa delle ragazze nel momento dell’inevitabile e naturale distacco.

Sono sicura che abbiamo seminato un seme importante, che porterà i suoi frutti. Non lo sapremo mai, probabilmente, ma io sono felice di aver potuto offrire questo insegnamento ai miei alunni. In particolare in questo periodo, in cui i ragazzi portano nel cuore tanta sofferenza dopo due anni di pandemia e in una situazione internazionale che desta grandi preoccupazioni, è fondamentale trovare delle risorse interiori, e questo laboratorio ha offerto dei validi strumenti. Credo che un laboratorio così andrebbe proposto in tutte le scuole.

L’unico aspetto su cui, dovendo riproporre a una classe il laboratorio, ragionerei maggiormente è quello della non correzione dei testi. Dedicando tante ore di italiano al laboratorio (sulle 6 settimanali), ed essendo la scuola l’unico luogo in cui i ragazzi imparano anche la correttezza ortografica e formale dei testi, lascerei ai docenti la possibilità di tornare sui testi scritti, ovviamente in altri momenti rispetto al laboratorio e senza valutazione.

Grazie a Sonia per aver ideato questo metodo.

Grazie all’associazione La cura di sé per aver proposto questo laboratorio a noi – IC Ilaria Alpi – per primi! Mi sento molto privilegiata.

Grazie a Popy per il tempo, per l’ascolto, per la pazienza, per la condivisione di tanti pensieri e sentimenti… e per le caramelle alla fine dell’ora sulle quali i ragazzi si avventavano.

Un abbraccio

Prof. Caterina Soresina Stoppani
IC Ilaria Alpi – Plesso San Colombano Milano

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